C'è ancora un pezzo di vita da scrivere
Le quattro facce del piccoletto
01/6/2020
di Vincenzo Prestia
Infermiere. S.C. Oncologia Presidio Ospedale Cottolengo Torino

Se potessimo raccontare giusto in quattro parole i vissuti del periodo Covid che stiamo ancora vivendo, per me sicuramente queste sarebbero CONFUSIONE, SOLITUDINE, FORMAZIONE e TEMPO.

La CONFUSIONE ci ha accompagnato sin dai primi drammatici momenti in cui venivano diagnosticate le polmoniti interstiziali atipiche insieme con le anosmie (anos…ché????), i febbroni, gli sconvolgimenti delle budella e anche le notizie che giungevano dalla Cina ancor più incomprensibili del cinese. In questi mesi siamo stati sommersi da una mole di procedure, direttive, autocertificazioni e tante altre cose che facevamo fatica ad applicare perché dall’alba al tramonto erano già diverse. A distanza di mesi ci dobbiamo ancora districare tra decreti, segreti e secreti mentre di questo virus e di cosa combina non abbiamo ancora capito nulla. E di tutte le altre comorbilità dimenticate? Il web ha contribuito ancora di più ad aumentare la nostra confusione.

La SOLITUDINE l’abbiamo vissuta noi operatori sanitari rinchiusi nei nostri DIASPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, lungo le distanze da rispettare, isolati dai nostri familiari. La Solitudine l’hanno vissuta i malati improvvisamente allontanati dai loro affetti, da tutti i loro punti di riferimento, chiamali CAREGIVER. La Solitudine ha preso forma di fronte alla paura di ritrovarsi con la testa infilata in un casco che ti consentiva di respirare un po’ di più. La Solitudine della morte senza neanche più il conforto delle nostre cure palliative.

Come se no fosse bastato tutte le relazioni umane, il TEMPO DI CURA, tutto si è inesorabilmente ridotto ad una manciata di minuti concessi per stare quotidianamente a contatto con il nostro malato, per aiutarlo, per quanto possibile impacciati indossando i camici idrorepellenti, nei suoi bisogni fondamentali. Per supportarlo, per poi fuggire subito via dalle stanze per non dare TEMPO al rischio di contagio, per sanificarsi e sanificare tutto.

E che ne sapevamo e che ne sappiamo noi ancora adesso di ventilazione ad alti flussi, di intubazione, di trombosi, di interstizi polmonari, di RNA, di mascherine FFP one, two, tree… Forse ora ci sentiamo più sicuri? Alla prossima maxiemergenza potremo fare affidamento sulla nostra FORMAZIONE?
Io sinceramente, anche se ho cercato di leggere, studiare e formarmi, alle prese con sto piccoletto, me la sono fatta sotto e credo che in futuro mi succederà di nuovo.