Cura - limite – perdita: dalla cura della malattia alla cura dell’umano
Le conoscenze tecnico-scientifiche degli ultimi decenni, se da una parte hanno dato un contributo importante alle questioni legate alla salute, dall’altra hanno favorito un processo di forte radicalizzazione e cambiamento nel modo di concepire la malattia e la cura.
Cambiamenti concettuali che hanno portato a considerare la malattia come entità a sé stante rispetto all’esperienza umana che comporta e la cura come applicazione di conoscenze, protocolli e procedure al di là dell’impatto soggettivo del malato e dei suoi cari.
Una forte radicalizzazione che inevitabilmente ha prodotto cambiamenti importanti, non solo nelle persone bisognose di cure sempre meno orientati a cogliere i limiti dati dalla malattia e imposti, in alcuni casi, dalla sua non curabilità; ma anche negli stessi curanti sempre di più focalizzati sulle potenzialità delle cure con il rischio di mettere sullo sfondo l’esperienza del malato e dei suoi cari.
La serata vuole dare centralità al concetto di limite, così poco attuale in una società e in una cultura votata all’onnipotenza e alla rimozione di tutto ciò che può rappresentare un inciampo al mito del benessere, ristabilendo il corretto rapporto tra le cure, in quanto “mezzo”, e la persona in quanto “fine” ultimo dell’agire dei curanti.
Nell’ambito delle malattie congenite, oncologiche degenerative in età pediatrica e adulta, ancora più che in altre condizioni patologiche, l’umanizzazione delle cure richiede anche una costante attenzione all’intrinseco rapporto che c’è tra la “cura” e la “perdita”, quest’ultima come possibile esito nonostante le conoscenze tecnico-scientifiche di cui si dispone.
La serata prevede la partecipazione della HARP BEAT ORCHESTRA, diretta Fabius Constable, uno dei più apprezzati arpisti (celtici) nel mondo.