"Cure Palliative: un valore, un diritto": più di un semplice video. Intervista a Zero K

Ancora oggi troppo spesso si parla di Cure Palliative in maniera errata o lacunosa, o ancora peggio non se ne parala affatto, rimuovendo un argomento ritenuto da molti pesante e scomodo. E' quindi importante cercare di attivare l'attenzione del grande pubblico su questa tematica sfruttando tutti i linguaggi a disposizione.
Da questa considerazione è nata la collaborazione tra Associazione Zero K e Federazione Cure Palliative che ha portato alla realizzazione di "CURE PALLIATIVE: un valore, un diritto", video creato in occasione del 20' anniversario della Federazione che è stato presentato ufficialmente all'ultimo Convegno FCP.
Questo progetto si propone lo scopo ambizioso di parlare di CP utilizzando diversi linguaggi, anche non accostati abitualmente a questa tematica. Dal linguaggio audiovisivo a quello della musica passando per la danza: l'obiettivo è quello di declinare il vocabolario di queste arti per parlare, spiegare ed emozionare.
Per entrare più nel vivo di questo progetto abbiamo fatto una chiacchierata con Massimiliano Cruciani, presidente dell'associazione Zero k.
Cominciamo con le presentazioni: chi e cosa è Zero k?
ZERO K nasce con l’idea di promuovere la vita nella sua essenza dinamica, diffondendo la cultura delle cure palliative come diritto inalienabile/imprescindibile dell’essere umano per tutto il ciclo di vita, nel rispetto di ogni evento e/o transizione biografica. ZERO K è un gruppo di persone formato da professionisti sanitari e professionisti delle arti e che ha condiviso un progetto, quello di diffondere la cultura delle cure palliative e la legge 38/2010 attraverso tutte le forme espressive delle arti contemporanee.
Per poter comprendere la filosofia delle cure palliative bisogna per prima cosa rivisitare e rielaborare il concetto di morte, restituendo alla stessa la sua naturalezza.
L'idea è quella di affidare a professionisti delle comunicazione come registi di cinema e teatro, musicisti e musicoterapisti, attori teatrali, un critico d'arte, ed esperti della salute ( 2 infermieri ed 1 medico) un messaggio che, a nove anni dalla Legge 38/2010, ancora non è passato: le cure palliative sono un diritto del cittadino.
Movimento, vita, arte e bellezza: come si coniugano tutti questi concetti con le cure palliative?
Zero K vuole promuovere la diffusione e la cultura delle cure palliative attraverso tutte le forme delle arti ( fotografia, cinema, musica, teatro…), consapevoli che la forza della vita si esprime anche e soprattutto attraverso il potere trasformativo delle arti. Zero K vuole portare la cultura e la filosofia delle cure palliative lontano dal concetto di malattia, lo vuole inserire in un percorso di crescita umana e sociale come un bene per la comunità
Perchè è importante parlare di Cure Palliative oggi?
In un'epoca caratterizzata da superficialità e indifferenza, dove è sempre più difficile percepire il disagio e i bisogni altrui, parlare di CP significa vedere quello che altri ancora non vedono. Significa imparare a vedere i bisogni ed i vissuti delle persone in una nuova prospettiva. Significa imparare a prendere confidenza con una nuova etica, quella del“prendersi cura”, senza aspettare il bisogno di doverlo fare ma predisporsi naturalmente alla cura, facendosi prossimi alle fragilità e vulnerabilità altrui.
Viviamo in un mondo dove a volte ha più importanza la forma rispetto alla sostanza, dove la morte non esiste o non ci riguarda e dove le relazioni umane perdono di significato e spesso si confonde il reale con virtuale. Le cure palliative invece si basano su relazioni autentiche fatte di ascolto, di presenza, di contatto e di condivisione.
La nostra idea è quella di rendere la comunità più consapevole, più formata ed informata sui propri diritti.
Come nasce l'idea di "CURE PALLIATIVE: un valore, un diritto"?
L'idea nasce dalla richiesta della Federazione di Cure Palliative per conto del suo Presidente, Dott.ssa Stefania Bastianello, che nel luglio del 2018 ci chiese di realizzare un qualcosa di diverso dal solito per l'anniversario dei 20 anni della Federazione.
L'obiettivo era quello di realizzare un prodotto che riassumesse la mission e l'operato della FCP. Il linguaggio audiovisivo è stato valutato il più efficace, in quanto ricorre alla potenza delle immagini ed alla forza dirompente della musica.
L’idea è stata quella di realizzare un breve video della durata di pochi minuti, una sorta di commistione tra cinema e videoclip, che comunichi con forza i concetti alla base di un lavoro profondo e duraturo. Volevamo produrre una testimonianza sintetica, ma efficace e tangibile.
Dalla metafora alla realtà: quale è la chiave di lettura che suggerite per "leggere" questo video?
Come metafora di quanto illustrato ci si è orientati verso l’idea dell'ingranaggio, di meccanismo, in relazione al tempo ed al suo scorrere. Dare fiducia e speranza al prossimosignifica rimettere in funzione gli ingranaggi del tempo e della vita. Il tempo della vita, un tempo che appartiene a ciascuno di noi. Dare fiducia e speranza significa rimettere in moto il meccanismo della vita stessa, anche quando può sembrare che l'esistenza si sia “arenata” nella sacca di un tempo bloccato, sospeso. Dare fiducia e speranza, significa rimettere in moto un ingranaggio bloccato, forse parzialmente arrugginito, ma ancora in grado di funzionare e interagire col tempo stesso, quindi capace di riprendere vita anche anche quando il tempo sembra poco.
Il video in questione, con la forza evocativa di immagini e musica, ha lo scopo di dare corpo a questi concetti e trasmetterli a chi ne fruirà.
Condivisione, incontri ed eventi servono per affrontare insieme momenti che oggi magari non ci riguardano, ma che prima o poi incontreremo.