C'è ancora un pezzo di vita da scrivere
Quattro chiacchiere con il Consiglio Direttivo FCP: Tania Piccione

Prosegue il ciclo di interviste che ci accompagnerà nelle prossime settimane alla scoperta del Consiglio Direttivo FCP. Un approfondimento pensato per portare in luce le diverse esperienze, i diversi vissuti e sensibilità che compongono il Consiglio: uno sguardo sulla persona che vada oltre alla carica istituzionale.

Oggi parliamo con Tania Piccione, membro del Consilgio Direttivo FCP.

Tania, quale è stato il percorso che ti ha portato ad avvicinarti alla realtà delle cure palliative?

Non sapevo cosa fossero le cure palliative fino a quando dall’università, dove mi ero appena laureata, mi hanno proposto un colloquio di lavoro presso la SAMOT, un ETS che eroga cure palliative domiciliari in Sicilia, alla ricerca di personale. Da quel colloquio andato a buon fine è partita la mia scoperta delle cure palliative, un’avventura entusiasmante e ricca di stimoli che mi ha portato a sperimentare un particolare interesse verso le tematiche del fine vita ed un forte impegno per la tutela della dignità della vita umana fino alla fine.

Cosa ti dà la motivazione per restare nel mondo delle cure palliative?

La motivazione nasce dalla piena aderenza alla filosofia di intervento e al paradigma assistenziale delle cure palliative e si alimenta costantemente grazie ai feedback positivi che arrivano dagli ammalati e dalle famiglie sull’importanza di non trovarsi da soli nell’ultimo tragitto di vita.

Quale è stato l’obiettivo più difficile da raggiungere nel tuo ruolo? Quale la più grande soddisfazione?

L’obiettivo più difficile da raggiungere è stato quello di consolidare un ruolo di management nell’ambito di un servizio ad elevata integrazione sanitaria, pur avendo una formazione sociologica.
La soddisfazione più grande è stata quella di non essermi mai pentita di aver scelto di rimanere nel mondo nel Non Profit ed in particolare nelle cure palliative domiciliari, a fronte di un concorso pubblico vinto per ricoprire il ruolo di dirigente dei servizi sociali di un Ente Locale…scelta difficile ma confermata ancora adesso!

Le cure palliative sono un approccio globale alla cura di persone affette da malattie croniche inguaribili. Tra tutti gli aspetti di questo approccio, quale è il lato che ti coinvolge di più?

In realtà sono sempre stata attratta dall’approccio nella sua interezza e complessità perché mette in relazione professionisti di diverse discipline e specialità che condividono la stessa vision e lavorano insieme per raggiungere il medesimo obiettivo: l’integrazione degli aspetti clinici, psicologici, sociali e spirituali dell’assistenza alla persona ammalata e al suo nucleo familiare.

Come ti definiresti con un aggettivo?

Volitiva

Come ti definirebbero, secondo te, gli altri con un aggettivo?

Decisa

Completa la frase: per te FCP è...

Opportunità di advocacy ed occasione di incontro e confronto tra le diverse realtà nazionali del terzo settore che condividono passione per le cure palliative ed azione concreta per garantire ai malati e alle loro famiglie percorsi assistenziali appropriati.

Il Consiglio Direttivo FCP è composto da membri residenti in diverse parti d’Italia: come vi coordinate tra di voi e che clima si respira al suo interno?

Ci incontriamo con frequenza regolare (…da qualche mese anche da remoto!) ed ogni incontro costituisce spazio di dialogo aperto e schietto dove ognuno di noi ha la possibilità di manifestare il proprio punto di vista in maniera costruttiva.

Quest’anno cade il decennale della Legge 38: quali sono le prime 3 immagini che ti vengono in mente pensando a questa legge?

Una grande rete con tanti nodi connessi l’uno all’altro; un ponte che virtualmente attraversa tutta la nazione; tante braccia che si stringono in unico abbraccio.

FCP è una realtà che associa ETS in tutta Italia: quale è il valore aggiunto sul territorio?

Il valore aggiunto è il senso di appartenenza ad un progetto comune all’interno del quale ogni ente può confrontare le proprie esperienze con quelle degli altri e trarne spunto per sperimentare nuove idee progettuali sui territori in cui operano.

Off topic: nel tempo libero, qual è l’attività a cui ti dedichi con più entusiasmo?

Mi piace dedicare tempo alla lettura, alla musica, allo sport ed incontrare amici con cui chiacchierare....magari con un calice di vino in mano davanti ad un bel tramonto al mare!